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“Voglio investire nel digitale. Mi fai una pagina Facebook?”

C’era una volta Matteo, capostipite di una azienda di famiglia.
C’era una volta il nipote, Giulio, il quale durante la classica cena di Natale, aveva convinto il nonno ad aprirsi al mondo del web.
Giulio è un nerd, uno di quelli con l’ultima tecnologia in mano e nella testa. Presente ed attivo su tutti i social network.

E allora, perché non portarci anche l’azienda di famiglia su questi social network?
Ne parlano tutti.
Tutti fanno web marketing ormai.
Tutti aprono la pagina Facebook. Perché è importante esserci.
Basta pubblicare una foto ogni tanto, non troppo seria però, tanto su Facebook la gente “perde tempo”.
Poi apriamo anche un profilo Linkedin, per sembrare un’azienda seria.
Semmai anche Google Business, perché “sai com’è, google comanda“, meglio farselo amico.

Caro nonno Matteo, non ci resta che dare una rinfrescata al sito web e siamo a cavallo, potremo anche noi iniziare a fare soldi con il web marketing.
Chiamo mio cugino che di queste cose ne capisce e ce l’ho fa pure gratis? 

Vi sembra una storia irreale?
Sì, è frutto della fantasia dell’autore ma è una fantasia che nasce da tante storielle simili ascoltate e vissute.

E’ una storiella ancora molto diffusa ma che ci rivela una verità di fondo, dalla quale partire per armonizzare il vecchio con il nuovo, per far contento il nipote e non disperare il nonno:

Il marketing digitale non è modificare il modo di fare pubblicità. E’ modificare il modo di essere azienda.

Per cambiare nel modo giusto, occorre porsi il problema nel modo giusto. Sennò il rischio è di trovarsi davvero di fronte a tante pagine Facebook aperte e piene di nulla.

Il digitale non è lo strumento.
Il digitale è uno spazio.
Il digitale è un ambiente nuovo, con dinamiche nuove.
Il marketing nell’ambiente digitale è il marketing stesso. E, in quanto tale, richiede una pianificazione strategica ed un posizionamento specifico e delineato nel mercato.
Richiede una conoscenza della domanda e della concorrenza.
Richiede il possesso di un brand con valore specifico.
Solo dopo tutto questo, ci si può innamorare degli strumenti, per utilizzarli in una logica di integrazione e di sostegno.

In un ideale tempio di Partenone, il digitale (con tutti gli strumenti annessi e connessi) è solo una colonna che tiene in piedi l’intera struttura di business.
Una ma importante.
Perché sostiene ed apre le porte al cambiamento.
Costringe le aziende a rivedere anche i propri modelli di funzionamento, a rileggere il ruolo delle tecnologie e degli aspetti organizzativi del lavoro.
Costringe l’azienda, o dovrebbe farlo, a pensare più in termini strategici che in termini di strumento.
Altrimenti il rischio di essere etichettato come “fuffa” è dietro l’angolo.

E sarà un occasione persa.
La velocità è un elemento cruciale fra vincere e perdere nel mercato.
E, come ci insegna, Al Ries, la prima legge del marketing è “la legge della leadership”:

è meglio essere i primi che meglio degli altri

to be continued

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